NIKE
I Nuovi taschinabili in formato 8,5 x 12
Federico Garcia Lorca
SONETOS DEL AMOR OSCURO
e ALTRE POESIE D'AMORE
«prodigio di passione, di entusiasmo, di felicità, di tormento, puro e ardente monumento all'amore, in cui la prima materia è la carne, il cuore, l'anima del poeta preso da macerazione».
Vicente Aleixandre
Federico Garcia Lorca nacque a Fuente Vaqueros, in provincia di Granada, nel 1898. Poeta e drammaturgo, fu fucilato dalla Guardia Civil a Viznar all'alba del 17 agosto 1936.
pp.88, € 6,00
Federico De Roberto
IL KRAK
e ALTRI RACCONTI
[...] L'impersonalità assoluta non può conseguirsi che nel puro dialogo, e l'ideale della rappresentazione obiettiva consiste nella scena come si scrive per il teatro. [...] Se il lettore sfoglierà anche rapidamente questo volume [Processi verbali, di cui si propongono questi racconti], vedrà che tutte le pagine sono piene delle lineette indicatrici del dialogo; due o tre volte appena ho adoperato il dialogo indiretto. Le mie più lunghe descrizioni non oltrepassano le cinque righe e credo che non mi si possa addebitare un sol tratto di narrazione psicologica. In quasi tutte queste novelle c'è unità di tempo e di luogo; non l'unità rigida e spesso inverosimile della ribalta, ma quella che si può cogliere sulla scena del mondo. [...]
Mariella Muscariello
Federico De Roberto (Napoli, 1861 - Catania, 1927) scrittore, giornalista, critico, è autore di diversi romanzi e racconti. I Vicerè è considerato il suo capolavoro e uno dei maggiori romanzi dell'Ottocento italiano.
pp.88, € 6,00
Maria Messina
L’ORA CHE PASSA
e ALTRI RACCONTI
«Dell'esistenza e dell'opera di Maria Messina [...] il pubblico italiano era pressoché ignaro fino agli anni Ottanta, quando, su suggerimento di Leonardo Sciascia, la casa editrice Sellerio ha iniziato a pubblicarne le novelle, i romanzi, la letteratura per l'infanzia. Il repechage inizia nell"81 con una silloge di tre novelle, [...] accompagnate da Una nota a firma di Sciascia che è insieme, nella limpida ricchezza dei rilievi critici che contiene, una mirabile lettura dei suoi mondi narrativi e delle sofferenti silhouettes femminili che ne sono protagoniste, ma anche una sorta di istruzioni per l'uso per addetti ai lavori interessati all'ascolto di disperse voci femminili».
Mariella Muscariello
Maria Messina (Alimena 1887 - Pistoia 1944) visse molti anni a Mistretta, dove ambientò molti suoi racconti. Viaggiò molto nel Centro e Sud dell'Italia, e nel 1911 si stabili a Napoli. Incoraggiata dal fratello iniziò una carriera come scrittrice. Intrattenne una fitta corrispondenza con personalità del tempo (Verga, principalmente). In totale, produsse diverse raccolte di novelle, cinque romanzi e letture per bambini, che le diedero un notevole prestigio.
È del 1928 il suo ultimo romanzo, L'amore negato. Mori totalmente invalidata dalla sclerosi multipla.
È annoverata tra le scrittrici più importanti della storia della letteratura italiana del primo Novecento.
pp.72, € 6,00
Erasmo da Rotterdam
LAMENTO DELLA PACE
SCACCIATA E RESPINTA DA TUTTE LE NAZIONI
«Gran parte della pace risiede nel desiderarla sinceramente. Chi ama davvero la pace coglie ogni occasione per instaurarla; se incontra ostacoli, li aggira o li attenua; affronta difficoltà anche gravose, pur di preservare un bene così prezioso. Oggi, invece, molti cercano pretesti per la guerra, eliminano o fingono di ignorare ciò che potrebbe favorire la concordia, e amplificano ogni motivo di discordia, trasformandolo in un'esca per il conflitto. È vergognoso pensare a quanto insignificanti siano spesso le cause che scatenano tragedie così immense e a come minuscole scintille vengano utilizzate per provocare catastrofi di tale portata».
Erasmo da Rotterdam
Desiderius Erasmus, umanista olandese (Rotterdam 1466 o 1469-Basilea 1536), acquistò una precoce erudizione classica. Ordinato sacerdote. dal 1494 cominciò una vita di viaggi: prima in Francia, poi in Inghilterra. Nel 1506 decisivo il viaggio in Italia: la laurea in teologia a Torino, il lavoro umanistico e lo studio del greco tra Bologna e Roma, l'attività editoriale a Venezia. Quando nel 1509 lascia l'Italia godeva già di grandissima fama. La sua dura polemica contro la teologia scolastica s'appoggia sull'erudita raccolta degli Adagia (aspirazione all'alleanza umanistica fra eruditio e pietas), e sull'opera meritatamente più celebre, l'Elogio della follia (1509), satira sferzante contro la presunzione teologica medievale, la scandalosa immoralità del clero e l'indegnità della curia, offrendo una nuova visione umanistico-religiosa. Editore del Nuovo Testamento, umanista nostalgico delle origini, avversario della scolastica, insegnò teologia a Cambridge. Attaccò Martin Lutero col De libero arbitrio (1524); tornato a Basilea, nel 1533 scrisse il De sarcienda Ecclesiae concordia, dando piena fiducia e speranza in una riforma lenta, graduale, ragionevole e, soprattutto, pacifica; un'idea di tolleranza a coronamento del suo ideale umanistico.
pp. 88, € 6,00
Alberto Savinio
U-TOPIA
RIFLESSIONI SUL NON LUOGO
Due saggi introduttivi, sulla Città del Sole di Campanella e su Utopia di Tommaso Moro.
«L'idea di utopia è essenzialmente moderna. Alla parola "moderna" io do significato di qualità, non di tempo. Moderno è l'uomo che pensa con il cervello proprio, non per ispirazione e autorizzazione di un'autorità religiosa o politica. [...] Finché l'uomo è dominato da forze superiori e oscure, l'idea di una vita migliore risiede in due luoghi egualmente lontanissimi dal presente: nei primordii del mondo e alla fine della vita. Si spiega così l'ottimismo e dei miti cosmogonici, e delle prefigurazioni di vita di là dalla morte. Per l'uomo dominato da forze superiori e oscure, la vita migliore fu e sarà, ma è escluso che sia».
Andrea de Chirico (Atene 1891 - Roma 1952), fratello di Giorgio, sceglierà lo pseudonimo di Alberto Savinio dal 1914. Diplomatosi in pianoforte e composizione, nel 1906 a Monaco studiò contrappunto, e il pensiero di Weininger, Schopenhauer e Nietzsche. Nel 1911 a Parigi conobbe Picasso, Cendrars, Picabia, Cocteau, Jacob e Apollinaire. A Ferrara nel 1915, in contatto con Filippo de Pisis, Carrà, Papini e Soffici, collaborò a "la Voce". Nel 1923 a Roma fu tra i fondatori della "Compagnia del Teatro dell'Arte", diretta da Pirandello. Dal 1927 al 1934 si trasferì a Parigi per dedicarsi alla pittura; rientrato a Roma, dal 1941 fece parte di un sodalizio con Alvaro, Bontempelli, Debenedetti. Sospettato di antifascismo, nel 1943 fu costretto a nascondersi. Europeista convinto, alla fine del conflitto prosegui l'attività di critico culturale sul "Corriere della Sera".
Molto vasta la sua opera narrativa, saggistica, teatrale, musicale e figurativa.
pp. 64, € 6,00
Maria Ruffo Calcagno
IL FRATELLO
Rare notizie non consentono, a oggi, di tracciare una completa nota bio-bibliografica di Maria Ruffo Calcagno. Nata a Roma il 24 agosto 1865, Maria Stella Righetti nel 1889 sposò don Gioacchino Ruffo Calcagno. Si dilettò di pittura e scultura. Mori a Messina il 15 febbraio 1919.
Il racconto Il fratello, che qui proponiamo, fu pubblicato in "Rassegna Contemporanea" (anno II, agosto 1909), che nel primo `900 ospitò prestigiose firme (Pascoli, Pirandello, Capuana, Ibsen, Tagore, Serao, Onofri, Bontempelli).
Nel 1920 la pubblicazione postuma di una sua silloge poetica, Versi (Tipografia Editrice Romana), a cura del marito e con la prefazione di Giovanni Alfredo Cesareo:
« [...] Fu sempre una solitaria: trascorse gran parte della sua vita nella villa del Cicero, che sorge tra le colline di Patti ed il mare: si chiamò Maria Ruffo [...]. Il garbo semplice, sorridente ed eguale [...], non era se non la maschera asconditrice d'uno spirito agitato e profondo come l'oceano. [...] il suo vero rifugio, il cenobio della sua anima casta e orgogliosa, era la villa del Cicero, [...] dove mescolava la sua anima oscura con l'anima delle cose innocenti e ne la ritraeva tutta fresca di verità e di bellezza ».
pp. 72, € 6,00
George Orwell
ELOGIO DEL ROSPO
E ALTRI SAGGI
«Finché non si è davvero malati, affamati, impauriti, rinchiusi in una prigione o in villaggio turistico, la primavera è primavera. Le bombe atomiche si ammassano nelle fabbriche, la polizia si aggira per le città in cerca di prede, le menzogne straboccano dagli altoparlanti, ma la terra gira ancora attorno al sole e, per quanto lo disapprovino con convinzione, né dittatori né burocrati possono impedirglielo». (George Orwell)
«Orwell è un uomo incalzato dalla Storia. Ed è uno scrittore che sa di non potersi sottrarre alle vicissitudini dell'uomo. Ha vissuto e ha sempre voluto scrivere». (Silvio Perrella)
George Orwell (Motihari, 1903 - Londra, 1950) stato uno scrittore, giornalista, saggista, attivista e critico letterario. Oltre a innumerevoli saggi (quelli qui proposti sono stati scelti da Inside the Whale) ha scritto: Senza un soldo a Parigi e Londra (1933), Giorni in Birmania (1934), La figlia del reverendo (1935), Fiorirà l'aspidistra (1936), La strada di Wigan Pier (1937), Omaggio alla Catalogna (1938), Una boccata d'aria (1939), La fattoria degli animali (1944), 1984 (1948).
pp. 64, € 6,00
Vanni Ronsisvalle
IN PRIMA PERSONA
E ALTRI RACCONTI
«Carattere suo peculiare è un modo ellittico di raccontare, un ammiccare rapido a fatti sottintesi, che il lettore deve completare per conto suo, in un tessuto di vibrazioni, di annotazioni quasi liriche, svelte, non insistite. Ne esce un raccontare di andamento magico, che ondeggia tra realtà e irrealtà, tra verità e supposizione».
Piero Dallamano
Vanni Ronsisvalle (Messina 1931) è autore di romanzi, racconti, poesie, testi teatrali, radiodrammi, inclini all'epica documentaria ed alla rappresentazione poetico/fantastica del mondo.
Documentarista, inviato speciale, ideatore di rubriche di attualità culturali radiotelevisive, realizza in Africa, Asia, Medio Oriente, Stati Uniti, Canada, America Latina, ritratti anticonvenzionali di protagonisti dell'arte, della letteratura, della politica. Per l'Enciclopedia Treccani realizza le monografie su Lorenzo Ghiberti, Paolo Uccello e Beato Angelico.
Collabora, con saggi e racconti, con le più autorevoli testate giornalistiche italiane. Già in catalogo della Pungitopo: Isola vista in sogno da un disegnatore di verdi labirinti nei giardini del re; La Luna, mamma Rai e il Sorriso della Gioconda; Il paradiso degli scrittori; Errata corrige.
pp. 64, € 6,00
Michail Bulgakov
LA CITTA' DI KIEV
Da marzo 1917 (caduta dello zarismo) a giugno 1920 a Kiev si susseguirono il governo sovietico, l'ingresso dei tedeschi alleati col governo nazionalista ucraino, l'avvento del Direttorio ucraino, il ritorno del potere sovietico e dell'Armata rossa, la conquista polacca, la restaurazione definitiva del potere sovietico.
«Non è che Bulgakov non prenda posizione. Attraverso la freschezza del suo stile, la sua ironia, si sente anche il suo sdegno. Bulgakov non è un ideologo, non ha schemi, accetta [...] questa società nuova come speranza e garanzia di una vita più civile, diversa da quella passata. [...] Le pagine di Kiev-gorod, la città di Kiev, [...] rappresentano un "omaggio" alla sua città amata. Vediamo un Bulgakov che riflette i dubbi, gli stupori, le perplessità, le incertezze dell'uomo "comune" di Kiev di fronte alle novità, agli scontri, al così rapido passaggio da un tipo di governo a un altro. Sotto questo aspetto si possono comprendere certi umori o certi pregiudizi (per esempio a proposito della lingua ucraina, e delle insegne ucraine dei negozi). È certo che Bulgakov amò Kiev come la città nativa, come l'antica tana, come la più bella città di tutte le Russie e del mondo». (Eridano Bazzarelli)
Michail Afanas'evib Bulgàkov (Kiev 1891 - Mosca 1940), considerato uno dei maggiori romanzieri del Novecento, ha scritto romanzi e racconti (Appunti sui polsini, La guardia bianca, Diavoleide, Cuore di cane, Uova fatali, Le avventure di Cicikov, I racconti di un giovane medico, Morfina, Romanzo teatrale, Il maestro e Margherita), di teatro (L'appartamento di Zoja, I giorni dei Turbin. La corsa, La cabala dei bigotti, Adamo ed Eva, Beatitudine, Ivan Vasil'evic Don Chisciotte, Gli ultimi giorni, L'isola purpurea, La corona rossa) e un romanzo teatrale (Le memorie di un defunto).
pp. 56, € 6,00
Giambattista Basile
PETROSINELLA e altre fiabe
«L'Italia possiede nel Cunto de li cunti o Pentamerone del Basile il più antico, il più ricco e il più artistico fra tutti i libri di fiabe popolari; com'è giudizio concorde dei critici stranieri convertitori di questa materia [...]. Eppure l'Italia è come se non possedesse quel libro, perché, scritto in un antico e non facile dialetto, è noto solo di titolo, e quasi nessuno più lo legge [...]. Basile (...) diè per titolo Lo Cunto de lì cunti overo lo trattenemiento de' peccerille, il che non voleva dire [...] che fosse composto per bambini. Era, per contrario, composto per uomini, e per uomini letterati ed esperti e navigati, che sapevano intendere e gustare le cose complicate e ingegnose. [..] Nel 1892 ne intrapresi una nuova e più genuina edizione, [...] e io mi udii dire (...] che non riuscivano a intendere o a leggere quel testo con qualche facilità. [...] Ed ecco per quale ragione io [...] ho pensato che convenisse invece ridurlo a forma italiana, come finora non era stato fatto. [...) A me importa che (i lettori) siano d'accordo ora con me nel leggere il libro del Basile semplicemente come opera d'arte».
BENEDETTO CROCE, dal Discorso del 18 dicembre 1924 su Giambattista Basite e l'elaborazione artistica delle fiabe popolari.
Giambattista Basile (Napoli, 1583 - Giugliano in Campania, 1632), letterato, scrittore e funzionario pubblico di epoca barocca, primo a utilizzare la fiaba come forma di espressione popolare.
Dopo una produzione letteraria in odi e composizioni di argomento cortigiano, dettate dalle circostanze e dalla moda barocca, scrisse le sue principali opere, uscite ambedue postume: Le Muse napolitane, nel 1635, «vivacissimi quadri di costume popolano»; e negli anni 1634-1636, il suo capolavoro,Lo Cunto de lì cunti overo lo trattenemiento de' peccerille un «pentamerone» di cinquanta fiabe in dialetto napoletano, qui curate e tradotte in italiano da Benedetto Croce. Fra esse le prime versioni europee di Raperonzolo, Cenerentola, Pollicino, Il Gatto con gli stivali ed altre ancora.
pp. 72, € 6,00
Alberto Savinio
WALDE«MARE» e altri racconti
«Tanto poco chiaramente noi conosciamo anche quello che generiamo noi stessi, ed esprimiamo dalla nostra anima, e formiamo con le nostre mani. Così almeno avviene a me. [...] E per questo felice stupore, per questo loro presentarsi inaspettate e nuove, per questo venirmi incontro da un altro mondo, che prima di farsi amare da altri le mie opere si fanno amare da me; prima di divertire altri esse divertono me; prima che ad altri esse dicono a me che nel buio quale dietro di me si richiude esse rimangono ferme e formate di un fosforo immortale».
Andrea de Chirico (Atene 1891 - Roma 1952), fratello di Giorgio, sceglierà lo pseudonimo di Alberto Savinio dal 1914. Diplomatosi in pianoforte e composizione, nel 1906 a Monaco studiò contrappunto, e il pensiero di Weininger, Schopenhauer e Nietzsche. Nel 1911 a Parigi conobbe Picasso, Cendrars, Picabia, Cocteau, Jacob e Apollinaire. A Ferrara nel 1915, in contatto con Filippo de Pisis, Carrà, Papini e Soffici, collaborò a "la Voce". Nel 1923 a Roma fu tra i fondatori della "Compagnia del Teatro dell'Arte", diretta da Pirandello. Dal 1927 al 1934 si trasferì a Parigi per dedicarsi alla pittura; rientrato a Roma, dal 1941 fece parte di un sodalizio con Alvaro, Bontempelli, Debenedetti. Sospettato di antifascismo, nel 1943 fu costretto a nascondersi. Europeista convinto, alla fine del conflitto prosegui l'attività di critico culturale sul "Corriere della Sera".
Molto vasta la sua opera narrativa, saggistica, teatrale, musicale e figurativa.
pp. 80, € 6,00
Antonia Pozzi
ACQUA ALPINA, poesie 1929-1933
La montagna è stata per la Pozzi Io scenario privilegiato nel quale riporre le note salienti del suo alto lavoro poetico. In questa prima selezione, Ic poesie della Pozzi, ispirate e scritte dal 1929 al 1933 prevalentemente a Pasturo, sua sede prediletta, sono segnate da una cadenza temporale talmente assidua, da conferire ai singoli componimenti un sublime intimismo diaristico.
Antonia Pozzi (Milano, 1912-1938), figlia di un importante avvocato milanese e della contessa l.ina Lavagna Sangiuliani, scrive le prime poesie ancora adolescente. Studia nel liceo classico Manzoni di Milano, e nel 1930 si iscrive alla facoltà di filologia dell'Università statale, frequentando coetanei quali Vittorio Sereni. Enzo Paci, Luciano Anceschi. Remo Cantoni, e segue le lezioni del germanista Vincenzo Errante e del docente di estetica Antonio Banfi, col quale si laurea nel 1935. Coltiva, tra i suoi tanti interessi culturali, la fotografia: progetta un romanzo storico sulla Lombardia; studia il tedesco. il francese e l'inglese; viaggia in Italia, in Francia, Austria, Germania e Inghilterra, ma il suo luogo prediletto è la settecentesca villa di famiglia a Pasturo, in provincia di Lecco, dove si trova la sua biblioteca e dove studia e scrive. Quando le leggi razziali del 1938 colpirono alcuni dei suoi amici più cari, prima di togliersi la vita nel prato antistante l'abbazia di Chiaravalle, scrisse a Sereni «forse l'età delle parole é finita per sempre».
pp. 72, € 6,00
Antonia Pozzi
LE MONTAGNE, poesie 1933-1937
Le montagne (tema che ha guidato nuovamente la nostra scelta, dopo la pubblicazione di Acqua alpina, sue poesie del 1927-1933 di stessa ispirazione) sono state per la Pozzi lo scenario privilegiato nel quale riporre le note salienti del suo alto lavoro poetico. Ispirate e scritte dal 1933 al 1937 prevalentemente a Pasturo, sua sede prediletta, le sue pagine sono segnate da una cadenza temporale talmente assidua, da conferire ai singoli componimenti un andamento diaristico straordinariamente intimo.
Antonia Pozzi (Milano, 1912-1938), figlia di un importante avvocato milanese e della contessa l.ina Lavagna Sangiuliani, scrive le prime poesie ancora adolescente. Studia nel liceo classico Manzoni di Milano, e nel 1930 si iscrive alla facoltà di filologia dell'Università statale, frequentando coetanei quali Vittorio Sereni. Enzo Paci, Luciano Anceschi. Remo Cantoni, e segue le lezioni del germanista Vincenzo Errante e del docente di estetica Antonio Banfi, col quale si laurea nel 1935. Coltiva, tra i suoi tanti interessi culturali, la fotografia: progetta un romanzo storico sulla Lombardia; studia il tedesco. il francese e l'inglese; viaggia in Italia, in Francia, Austria, Germania e Inghilterra, ma il suo luogo prediletto è la settecentesca villa di famiglia a Pasturo, in provincia di Lecco, dove si trova la sua biblioteca e dove studia e scrive. Quando le leggi razziali del 1938 colpirono alcuni dei suoi amici più cari, prima di togliersi la vita nel prato antistante l'abbazia di Chiaravalle, scrisse a Sereni «forse l'età delle parole é finita per sempre».
pp. 80, € 6,00
Antonia Pozzi
POESIE D'AMORE
Da una stagione poetica molto breve (la Pozzi muore suicida ad appena 26 anni) ma altrettanto ricca ed intensa, abbiamo scelto le sue poesie d’amore.
Antonia Pozzi (Milano, 1912-1938), figlia di un importante avvocato milanese e della contessa Lina Cavagna Sangiuliani, scrive le prime poesie ancora adolescente. Studia nel liceo classico Manzoni di Milano, e nel 1930 si iscrive alla facoltà di filologia dell’Università statale, frequentando coetanei quali Vittorio Sereni, Enzo Paci, Luciano Anceschi, Remo Cantoni, e segue le lezioni del germanista Vincenzo Errante e del docente di estetica Antonio Banfi, col quale si laurea nel 1935. Coltiva, tra i suoi tanti interessi culturali, la fotografia; progetta un romanzo storico sulla Lombardia; studia il tedesco, il francese e l’inglese; viaggia in Italia, in Francia, Austria, Germania e Inghilterra, ma il suo luogo prediletto è la settecentesca villa di famiglia a Pasturo, in provincia di Lecco, dove si trova la sua biblioteca e dove studia e scrive. Quando le leggi razziali del 1938 colpirono alcuni dei suoi amici più cari, prima di togliersi la vita nel prato antistante l’abbazia di Chiaravalle, scrisse a Sereni «forse l’età delle parole è finita per sempre».
pp. 88, € 5,00
Cesare Pavese
CASA AL MARE e altri racconti
Pavese e il mare.
Un mare remoto e slavato, che ancor oggi vaneggia dietro ogni mia malinconia.
Al di là delle gialle colline c'è il mare, al di là delle nubi. Ma giornate tremende di colline ondeggianti e crepitanti nel cielo si frammettono prima del mare.
Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo 1908 - Torino 1950).
pp. 72, € 5,00
Cesare Pavese
SOGNI AL CAMPO e altri racconti
Nella storia della nostra letteratura Cesare Pavese può venire avvicinato [...] alla famiglia di quegli spiriti inquieti e religiosi i quali, proprio per non aver risolto in alcun modo i loro problemi, li hanno più degli altri sofferti e comunicati.
Geno Pampaloni
Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo 1908 - Torino 1950).
pp. 88, € 5,00
Maria Savi Lopez
LE SIRENE E IL NUOTATORE
«Fin da secoli lontani apparvero sulla spuma delle onde, fra la solitudine o sulle spiagge ridenti, le figlie del mare, colle chiome d'oro o verdi come lo smeraldo, cogli occhi lucenti, colle ale bianche e la voce armoniosa, che prometteva ogni felicità ai marinai affascinati». Perfide, belle, ammaliatrici figlie del mare, le sirene atterrirono i marinai di tutti i mari. Chiamate dai Tedeschi Meerfrau, dai Danesi Moremund, dagl'Islandesi Margyr, dai Bretoni Marie Morgan, dagli Olandesi Zee-wjf, dagli Svedesi Sjotzold, dagli Anglosassoni Merewif, dagli Irlandesi Merrow, dagl'Islandesi Haff-fru, Xanas nelle Asturie.
«La bella leggenda marinaresca di Cola o Nicola Pesce, della quale si conserva ancora viva memoria sulle nostre spiagge meridionali, fu detta di origine italiana; ma oso quasi affermare che invece la sua origine è molto lontana da noi, come avviene così spesso quando troviamo diffusa in mezzo al popolo ed in paesi diversi la stessa leggenda, la stessa novella popolare con molte varianti.»
M. Savi-Lopez
Maria Savi Lopez (Napoli, 1846-1940) musicista, poetessa, insegnante, ma soprattutto studiosa di folklore e di leggende e tradizioni popolari. La sua amplissima produzione fu legata al tema del viaggio immaginario e ai libri per l'infanzia.
pp. 88, € 5,00
CIURI D'AMURI
Fiori siciliani
«Dal punto di vista della struttura i canti popolari si manifestano in svariate forme che assumono le denominazioni di Canzuni, Ciuri, Arii, Diesilli, Orazioni, Storii, Ninni, Nnimini. [...] Il canto a ciuri è uno stornello a due o tre versi; anche in questo caso, per lo più, il tema del componimento è d'amore, ma spesso il canto a ciuri viene utilizzato in canti carnascialeschi. [...] Ogni strofa è solitamente composta da tre versi: il primo verso è un quinario, e generalmente contiene l'invocazione ad un fiore; gli altri due sono endecasillabi, di cui il primo è in consonanza ed il secondo in rima col verso d'apertura. In genere questo tipo di componimento viene accompagnato da musica o cantato. [...]
Le cotogne rappresentano amarezze, disinganni [...] dispiaceri amarissimi. Cutugnu, mela cotogna, figuratamente arnarezza, interno od occulto rammarico, dispiacere. Nell'antica Grecia la mela cotogna era invece simbolo di fecondità e la si dava da mangiare alla promessa sposa prima di venir chiusa insieme al marito».
(Raffaele Messina, Musica, canto e poesia popolare in Sicilia)
pp. 72, € 5,00
Nino Savarese
MEMORIE INUTILI E CONGEDI
Come Allegorie e pensieri, già riproposto in questa collana, Memorie inutili e Congedi proviene dalla sistemazione degli scritti di Savarese operata da Falqui nel 1962 (Goccia sulla pietra e altre operette, Sciascia 1962), seguendo una selezione operata dallo stesso scrittore. Il libretto, pubblicato nel 1937 (anno in cui un grande intenditore come Gargiulo aveva individuato la qualità del precedente I fatti di Petra), fu recensito dal giovane ma già infallibile Gianfranco Contini, che con sicurezza coglieva («implacabile unicità di accento» di quella «fermezza assorta di disegno infantile»: Savarese raggiunge una equidistanza («di commozione o non commozione») dalle cose che è la cifra stilistica di una «vita tutta incapsulata in morte: e quella possibilità di fare un gesto, sporgere una mano, mandare un grido, senza distruggere o alterare niente». Questi movimenti si offrono qui al lettore che cerca un'emozione non divertita né consolatoria.
Nino Savarese (Enna, 1882 - Roma, 1945) è stato un romanziere di fama nazionale, e uno dei principali scrittori che, durante il ventennio fascista, interpretò la realtà con una prosa rondesca e in chiave lirica. Fra i suoi numerosi romanzi: L'altipiano (1915), Ricordi di strada (1922), Gatteria (1925), Malagigi (1929), Storia di un brigante (1931), Rossomanno (1935), I fatti di Petra (1937). Nel 1940 pubblicò Cose d'Italia, (raccolta di articoli giornalistici), e nel 1945 Cronachetta siciliana dell'estate 1943 (diario dello sbarco in Sicilia delle truppe americane).
pp. 88, € 5,00
Francis Marion Crawford
LA CUCCETTA SUPERIORE
The Upper Berth (1886) è, nel genere "horror", insieme a Uomo a mare (già pubblicato in questa collana) uno dei più bei racconti del terrore e del terrore-marinaro dell'Ottocento.
Francis Marion Crawford (Forte del Marmi 1854 - Sorrento 1909), fu poliglotta, studioso di filosofie orientali, uomo di mare e scrittore. Ricordiamo i romanzi Mr. Isaac (1882), Dr. Claudius (1883), Roman Singer (1884), La strega di Praga e The Novel (1893), The White Sister (1909).
pp. 64, € 5,00